Quercetina e arginina inibiscono il Covid-19?
La prima notizia è giunta dal CNR di Cosenza.
La prima notizia è giunta dal CNR di Cosenza. Un comunicato stampa dell’Istituto di Nanotecnologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-Nanotec), informava che l’International Journal of Biological Macromolecules, ha pubblicato un importante studio internazionale. In questo studio si dimostra l’azione inibente da parte della Quercetina sul virus responsabile del Covid-19, azione osservata e registrata anche da ricercatori spagnoli, di Zaragoza e di Madrid. Il meccanismo interessato è l’effetto destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine fondamentali per la replicazione del virus. Anche se i rimedi farmacologici e i vaccini rappresentano, in questo momento, la priorità nelle ricerche scientifiche e anche se serviranno altri studi più approfonditi per confermare questa notizia, la scoperta riveste comunque una certa importanza. Si ricorderà, per analogia, il caso del virus HIV, responsabile dell’AIDS, per il quale non si è mai ottenuto un vaccino, bensì sono stati formulati farmaci antivirali che bloccano la proteasi specifica dell’HIV, una proteina fondamentale per la replicazione virale. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature da parte di un team internazionale di ricercatori, vi sarebbero ben 21 farmaci in grado di bloccare le replicazioni del virus Covid-19. Ecco perché, anche nel caso del virus del Covid-19, viene dedicata una grande attenzione alla ricerca di farmaci che siano in grado di bloccare il meccanismo dell’agente. Non solo farmaci ma anche sostanze, come appunto la Quercetina, una molecola di origine naturale, capace di azione inibitoria specifica per il virus che sta imperversando nel mondo intero.
“Le simulazioni al calcolatore – ha affermato Bruno Rizzuti, a capo del team del Cnr-Nanotec – hanno dimostrato che la Quercetina si lega esattamente nel sito attivo della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione”. “Già al momento questa molecola – ha aggiunto Rizzuti – è alla pari dei migliori antivirali contro il coronavirus attualmente a disposizione”.
Adrian Velazquez-Campoy, ricercatore che ha diretto il gruppo di ricerca presso l’Università di Zaragoza, e che aveva già lavorato alla ricerca di farmaci inibitori della proteina per il virus SARS dell’epidemia del 2003, afferma che “La parte più interessante di questo lavoro è lo screening sperimentale eseguito su 150 composti, grazie al quale la Quercetina è stata individuata come una molecola attiva contro Covid-19”. Questa sostanza naturale è presente in alcuni vegetali ed è nota per le sue proprietà anti-ossidanti, anti-infiammatorie, anti-allergiche, anti-proliferative e farmacocinetiche, oltre ad essere ottimamente tollerata dall’uomo ed essere presente anche in alcuni tipi di bevande a base di gel di aloe.
Secondo una revisione della letteratura in questo campo, la supplementazione di L-Arginina potrebbe essere una strategia terapeutica promettente per disturbi come la malattia coronarica, l’insufficienza cardiaca e la malattia delle arterie periferiche e quindi di interesse per la maggior parte delle complicanze cliniche del Covid-19. È quanto viene affermato in una review diretta dal Professor Gaetano Santulli, ricercatore all’AE College of Medicine di New York. «Nell’aprile 2020 – afferma il ricercatore di Avellino – siamo stati il primo gruppo a dimostrare che le manifestazioni sistemiche osservate nella malattia da Covid-19 potrebbero essere spiegate da una disfunzione endoteliale preesistente. Infatti, alterazioni della funzione endoteliale sono state correlate a ipertensione, diabete, tromboembolia e insufficienza renale, tutte presenti, in misura diversa, nei pazienti Covid-19”. E aggiunge: “Altri ricercatori hanno successivamente confermato la nostra opinione. Per questi motivi, sulla base degli effetti positivi della L-arginina sulla funzione endoteliale, possiamo ipotizzare che l’integrazione di L-arginina possa essere utile a contrastare la disfunzione endoteliale nei pazienti Covid-19, senza nessun effetto collaterale”.
Questo importante aminoacido ha portato al conferimento, nel 1998, del premio Nobel per la Medicina a Louis Ignarro, Robert Furchgott e Ferid Murad, che ho potuto personalmente ascoltare ad un convegno, proprio sull’Arginina, nel 2011 a Washington. Fino ad ora era nota l’integrazione di L-Arginina negli sportivi, dove induce un aumento della vasodilatazione, favorendo l’ossigenazione dei tessuti e il recupero dopo lo sforzo. Inoltre, l’aumentata biodisponibilità di Ossido Nitrico, stimolato da questo aminoacido, ha mostrato significativi effetti nella riduzione dell’attivazione di geni pro-infiammatori e dei livelli di espressione di molecole di adesione endoteliali, grandi contribuenti nell’evoluzione della patologia aterosclerotica. Sulla base di queste evidenze scientifiche l’Ospedale Cotugno di Napoli ha dato conferma dell’impiego di L-Arginina nei pazienti ricoverati per patologia da Covid-19 a partire dal mese di ottobre 2020. Il professor Giuseppe Fiorentino, Primario di Pneumologia e responsabile dei reparti di terapia di bassa intensità e sub-intensiva Covid-19, ha dichiarato: «Abbiamo aggiunto alle cure la L-Arginina, un integratore che spesso assumono gli sportivi e che sembra proteggere l’endotelio aumentando la disponibilità di ossigeno nel microcircolo». Sono due notizie importanti per il contributo che possono dare alla ricerca di sostanze utili a rafforzare questa particolare battaglia che siamo chiamati ad affrontare. L’ISS (l’Istituto Superiore di sanità) e altri organismi ufficiali ricordano la necessità di ulteriori ricerche e che queste sostanze non vanno a sostituire farmaci e trattamenti medici, né possono “essere intesi come sostituti di una dieta varia ed equilibrata o di uno stile di vita sano” . Tuttavia siamo certi che queste “scoperte” sono un’ulteriore conferma che la natura ci offre da sempre elementi naturali a vantaggio della nostra salute e a difesa della nostra esistenza che, se da noi apprezzati e utilizzati con una alimentazione e uno stile di vita corretti, possono portarci a notevoli risultati. Ancor di più, secondo la nostra esperienza, se vengono associati a periodici percorsi detossinanti (EasyDetox®).
Dott. Patrizio Hermes Barbon
Medico Chirurgo – Specialista in Pediatria
Esperto in Consulenze Nutrizionali e Idrocolonterapia
Ideatore del metodo EasyDetox®️